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Avv. Chiara Baiocchi 

E quando si svegliò, il drago era ancora lì ’ Umberto Eco

 

In un mondo che ancora accet­ta la violenza contro le donne, di qualsiasi età ed estrazione sociale, il drago è sempre li a turbare le giornate e le notti di madri, sorel­le, figlie e nipoti. Le donne ferite rimangono ancora nella paura e in piena solitudine perché ancora sono in tanti a pensare che la vit­tima in fondo se lo sia anche un po’ meritato e sicuramente perchè ha avuto un comportamento ina­deguato. Ma chi può giudicare se un comportamento è più o meno adeguato? La stessa vittima trop­po spesso giustifica il suo carnefi­ce perchè magari avrebbe dovuto evitare la provocazione, avrebbe potuto rispondere diversamen­te, oppure lui era nervoso,, ecc…

Scuse campate per aria, inaudite e incredibili.

Io sono un avvocato e mi occu­po da 20 anni di diritto di famiglia oltre che di violenza di genere. Nella mia professione di matrimonialista ne sento di tutti i colori e purtroppo tutti i giorni. Nella nostra città, a Rimini, i casi di violenza sia in famiglia che fuori sono quotidiani e numerosissimi e spesso non emergono solo perchè non si arriva a morire.

E’ vero, esiste il Codice Rosso, la procedura d’urgenza per denunciare atti di violenza domestica che io stessa ho attivato in diverse situazioni, ma il problema è culturale e ideologico. Subire una violenza significa sempre morire dentro e occorro­no anni per recuperare fiducia in se stesse e ne­gli altri. Come Avvocato sono co-fondarice della Rete Nazionale Forense e socia del Movimento contro la violenza sulle donne ma l’approccio deve essere multi- disci­plinare, trasversale a par­tire dall’educazione dei figli e dei ragazzi a scuo­la e passando dall’azione politica. Il rispetto non può mai mancare e non
vi può essere tolleranza rispetto ad episodi minori.

Domenica scorsa passeggiavo lungo il Porto Canale di Rimini, era infatti una splendida giornata di sole, addirittura calda. Vedo da lontano una coppia intorno ai 50 anni, che mi viene incontro. Lui stava insultando pesantemente la compagna prendendola senza rite­gno a male parole perchè secondo lui non era vestita adeguatamen­te, troppo imbacuccata e con un abbigliamento troppo invernale. Una reazione oltre ad un normale rimprovero. Li ho seguiti con lo sguardo e per fortuna lei si è al­lontanata, evitando di farsi tartas­sare da lui per futili motivi che di adeguato non aveva proprio nien­te. Ma cosa sarà successo dopo?

Le donne che incontro in stu­dio sono e rimangono ancora in una posizione di inferiorità eco­nomica, spesso non lavorano per accudire la famiglia e dare spazio al compagno che cosi può liberamente fare carriera o perlomeno lavorare senza la preoccupazione e l’impegno dell’organizzazione familiare. Le donne non devono rinunciare alla loro indipendenza, devono impe­gnarsi nel lavoro e da parte delle aziende deve esistere un forte incentivo ad assumere donne. Gli enti territoriali, agenzie per il lavoro devono lavorare in questa direzio­ne. Alle mie clienti offro tutto il supporto e il mio network. Non voglio che nessuna si senta abban­donata e le parole di gra­titudine sono importanti per proseguire nel soste­gno comune. Tolleranza zero.

L’Avvocato Chiara Baiocchi è specializzata in Diritto di Famiglia e lavora a Rimini, Milano e Roma. Si occupa anche di violenza di genere. E’ co-fondatice di Rete Na­zionale Forense.

 

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